Giorgio Almirante a Correva l’anno il 7 Settembre 2010

“Correva l’anno” , in onda martedi’ 7 settembre alle 23.45 su Rai3, propone “Giorgio Almirante — dall’RSI all’MSI” di Bruno di Marcello.
In questa puntata la biografia del leader indiscusso della destra italiana del dopoguerra: Giorgio Almirante. A partire dalla gioventù orgogliosamente fascista, per arrivare alla fondazione dell’Movimento Sociale Italiano nel ’46, quando mostra una straordinaria capacità  di aggregare il variegato mondo dei nostalgici di Mussolini puntando, certo, sull’ anticomunismo, ma anche sulle posizioni anti-borghesi ed anti-capitaliste espresse nel periodo della Repubblica di Salò.
Poi gli anni Cinquanta, quando si infrangono le speranze di entrare nella compagine governativa.
E gli anni Sessanta, quando spira aria di contestazione, gli studenti chiedono le riforme e le università  vengono occupate: Almirante cavalca la protesta e rafforza l’ala movimentista del MSI, la cosiddetta “destra sociale”. Ma è anche il momento chiamato “della politica del doppio petto”, che permette ad Almirante di tenere insieme le diverse anime del partito. Un’ambivalenza che dà  i suoi frutti. All’inizio degli anni Settanta appoggia sia la rivolta di Reggio Calabria, cogliendo le insoddisfazioni dell’elettorato meridionale, che le istanze delle classi della media borghesia lombarda espresse nella la protesta della “maggioranza silenziosa”. Si dichiara contrario al divorzio, ma approfitta della legge per divorziare dalla prima moglie e sposare Assunta Stramandinoli.
E quando il terrorismo, tanto rosso che nero, funesta il Paese la posizione di Almirante è ancora ambivalente: da una parte prende le distanze dai gruppi estremisti dall’altra spinge i giovani verso modelli dittatoriali come quelli di Grecia, Spagna e Portogallo.
Molte le vicende giudiziarie che lo riguardano: dal ritrovamento di un manifesto del periodo di Salò nel quale chiedeva la fucilazione alla schiena dei partigiani, al suo presunto coinvolgimento nella strage di Peteano. Però Almirante sorprende tutti quando nell’84 va a rendere omaggio al feretro del segretario del PCI Enrico Berlinguer. I tempi sono cambiati e lui guarda al futuro del suo partito, cerca una persona, come dice testualmente, “non fascista, non nostalgica, che creda in queste istituzioni, in questa Costituzione”.
Un anno prima della sua morte, che avviene nell’88, nomina il suo successore alla segreteria dell’ MSI: Gianfranco Fini.
La puntata si chiude con l’editoriale di Paolo Mieli

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